Grotta Azzurra

Grotte di guerra


L’ampia grotta situata in comune di Duino Aurisina deve il suo nome a Carlo Marchesetti che la chiamò così poiché dal fondo si vede l’azzurro del cielo. Le prime ricerche a fine Ottocento sono state operare da Karl Moser, seguito appunto da Marchesetti e poi nella seconda metà del Novecento dall’Università di Pisa e dalla locale Soprintendenza.
La grotta è stata la prima in regione a restituire materiali del periodo mesolitico, momento di grande mobilità che non ha lasciato tracce molto evidenti, a differenza dei periodi successivi meglio documentati in questo sito come il neolitico, l’eneolitico e l’età del bronzo.
In questa fase cronologica la presenza di gruppi umani sembra essere stata molto frequente, come ci testimoniano i materiali e gli strati di ceneri e i resti di stabulazione. Vi è l’ipotesi infatti che nella grotta trovassero rifugio tanto gli uomini quanto le greggi che li sostentavano. Periodicamente per disinfettare l’interno si dava fuoco agli strati di terreno più ricchi di deiezioni animali.
Nelle successive epoche romana e medievale le frequentazioni si sono diradate.
La grotta è infine stata utilizzata dalle truppe austriache durante la prima guerra mondiale per ripararvi 500 uomini e soprattutto come riserva di acqua. Sul fondo infatti crearono una vasca per la raccolta dell’acqua di stillicidio indispensabile alle truppe. Sul bordo della vasca si legge «Erbaut 10/7 1917 von Herrn Oblt. H. Bock» (costruita il 10 luglio 1917 dal signor tenente H. Bock).


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