Età medievale

Cronologia


493-553 regno ostrogoto in Italia
Gli Ostrogoti giunsero in Italia nel 489, sotto la guida di Teoderico, su istigazione dei Bizantini. Sconfitto e fatto uccidere Odoacre, Teoderico riuscì ad amministrare il potere lasciando all’aristocrazia romana la gestione dell’ambito civile e amministrativo e ai Goti di quello militare. Questo equilibrio si ruppe con la sua morte nel 526. 

535-553 guerra greco-gotica
L’imperatore bizantino Giustiniano intervenne per riprendere il controllo della penisola italiana. La guerra combattuta tra Bizantini e Goti, durata diciotto anni, comportò devastazioni delle campagne e delle città, distruzione di acquedotti, vie, ponti e altri manufatti, causò fame ed epidemie. Fu essa a segnare il vero crollo della civiltà romana in Italia.

553 inizio del dominio bizantino
Conclusa la guerra contro i Goti, i Bizantini affermarono che unico era l’impero e che questo faceva capo a Bisanzio. In esso venne imposta la legislazione giustinianea e si tentò di ripristinare l’organizzazione sociale ed economica antecedente alla guerra, ma non più corrispondente alla realtà; suscitarono malcontento anche le pesanti tasse imposte alla popolazione.

543-544 inizio dello Scisma dei Tre Capitoli
Questa controversia, di natura teologica, provocò una profonda frattura tra l’imperatore bizantino Giustiniano - che si considerava il difensore dell’ ‘ortodossia’ in campo religioso - il papa e i vescovi della parte occidentale dell’impero. Proprio per le implicazioni politiche che aveva lo schierarsi con l’una o l’altra parte, la contesa ebbe importanti ripercussioni anche sull’organizzazione ecclesiastica, in particolare nella regione. Sul piano dottrinale la controversia si esaurì alla fine del VII secolo, mentre perdurarono le ripercussioni nel campo della giurisdizione ecclesiastica.
568 Invasione dei Longobardi in Italia.
Proveniente dalla Pannonia (attuale Ungheria), il popolo germanico dei Longobardi, sotto la guida di Alboino, penetrò in Italia, probabilmente attraverso la valle del Vipacco. Prima di proseguire nella conquista della penisola, costituirono un forte ducato, con sede a Cividale (allora Forum Iulii), affidato dal re al nipote Gisulfo.

606 o 607 Due sedi patriarcali
A seguito dello Scisma dei Tre Capitoli, nell’area regionale, a partire dal 606 o 607 si ebbe lo sdoppiamento della sede patriarcale: una ad Aquileia (ma di fatto prima a Cormons e poi a Cividale), sotto il dominio longobardo, schierata su posizioni ‘scismatiche’; l’altra a Grado, in territorio bizantino, fedele all’imperatore.

568-774 regno longobardo
Nel giro di un paio di decenni, i Longobardi conquistarono tutta l’Italia settentrionale, tranne le coste adriatiche, e gran parte dell’Italia centrale e meridionale. Si ruppe così l’unità politica e culturale della penisola. La divisione interessò anche la Regione: il Friuli passò sotto il dominio longobardo, mentre la fascia costiera e l’Istria restarono sotto quello bizantino.

610 incursione degli Àvari 
Popolo nomade delle steppe, gli Àvari penetrano in Friuli e sconfissero in battaglia l’esercito longobardo. Dilagarono poi nel Ducato di cui conquistarono, saccheggiarono e incendiarono la capitale, Cividale, mentre la popolazione si rinserrò negli abitati fortificati (castella), tra cui lo storico longobardo Paolo Diacono cita Cormons, Nimis, Osoppo, Artegna, Ragogna, Gemona e Ibligo (forse Invillino o Illegio).

751-774 Occupazione longobarda dell’Istria
Le tensioni tra Longobardi e Bizantini della metà dell’VIII secolo portarono all’occupazione longobarda dell’Istria nel 751. Si trattò però di un dominio di breve durata, perché nel 774, con la sconfitta dei Longobardi ad opera dei Franchi, l’Istria ritornò per qualche anno sotto le dipendenze bizantine. Dal 778 venne compresa nei domini di Carlo Magno, re dei Franchi; nell’803 divenne anche de iure parte del Sacro romano impero.

774 I Franchi conquistano il regno longobardo
Guidati da Carlo Magno, i Franchi sconfissero il re longobardo Desiderio e si impadronirono del suo regno. Rimasero indipendenti i ducati longobardi di Spoleto e Benevento. L’Istria rientrò per qualche anno sotto il dominio bizantino, ma dal 778 venne compresa nei possessi di Carlo Magno. La corona del regnum Langobardorum, poi Italico, restò distinta da quella del Sacro romano impero e assunta prima da Carlo Magno e poi da altri personaggi di stirpe carolingia.

774-776 ribellione di Rotgaudo, duca del Friuli contro Carlo Magno
Il longobardo Rotgaudo, designato da Carlo Magno quale duca del Friuli, insorse contro il dominio franco, sostenuto in ciò dall’aristocrazia longobarda friulana. Stroncata la rivolta, Carlo nominò a reggere il ducato friulano personaggi di stirpe franca e alamanna di provata fedeltà.

804 Placito del Risano
Convenuti in assemblea, i maggiorenti delle città e castelli istriani denunciarono i soprusi e le spogliazioni perpetrate dal patriarca Fortunato, sostenitore di Carlo Magno, dai vescovi suoi suffraganei e dal duca Giovanni, inviato da Carlo a governare l’Istria.

840 Patto tra l’imperatore Lotario I e i Veneziani (pactum Lotharii)
Il patto, stipulato tra Lotario e il doge di Venezia, assicurava ai Veneziani libertà di commercio nelle terre franche e definiva i confini tra le rispettive aree di dominio, nell’ambito costiero e lagunare. Attesta gli inizi del preminente ruolo di Venezia nei confronti delle terre che si affacciavano sull’alto Adriatico.

842-887 Scorrerie di Saraceni, Narentani e Croati sulle coste alto-adriatiche
Vennero attaccate le cittadine costiere dell’Istria e dell’arco alto-adriatico. Venezia tentò di contrastare con le proprie navi queste imprese piratesche, divenendo così il punto di riferimento per la difesa contro i pericoli che venivano dal mare. Le scorrerie si protrassero anche nel X secolo.

898-955 Scorrerie ungare
Popolo nomade proveniente dalle steppe, gli Ungari effettuarono nella prima metà del X secolo numerose incursioni distruttive dirette verso l’Italia settentrionale, passando per la pianura friulana. Alle devastazioni da costoro compiute vennero in seguito attribuiti lo spopolamento di vaste aree della pianura friulana e la distruzione dei documenti che attestavano proprietà e diritti della chiesa aquileiese.

933 Pace di Rialto tra Venezia, il marchese d’Istria e i vescovi di Pola e Cittanova
Il patto stabiliva una tipologia di rapporti tra Venezia e l’Istria che perdurerà nel tempo: Venezia offriva protezione sul mare; gli istriani dovevano garantire libertà di commercio e salvaguardia ai mercanti e sudditi veneziani. Inoltre dovevano pagare un tributo annuo al doge.

952 L’area regionale venne a far parte del ducato di Baviera, pertinente al regno di Germania
Dopo travagliate vicende che interessarono per parecchi decenni (888-950) la corona del Regno Italico, con continue guerre e contese tra i suoi diversi pretendenti, intervenne il re di Germania Ottone I, che la assunse. Nella riorganizzazione operata da Ottone, Friuli, Trieste, Istria e Veneto vennero scorporate dal regno d’Italia e unite al regno di Germania come marca Veronensis et Aquilegensis aggregata al ducato di Baviera.

976 Aggregazione al ducato di Carinzia
Dalla Baviera venne staccato il ducato di Carinzia, del quale facevano parte anche il Friuli, Trieste e l’Istria, entità sempre pertinente al regno di Germania.

983 Prima menzione scritta di Udine
Con un diploma dell’11 giugno 983 l’imperatore Ottone II confermò al patriarca di Aquileia il possesso di cinque castelli tra cui Udine, con il territorio circostante per un raggio di tre miglia (circa 4 Km). L’insediamento era ovviamente precedente a questa data.

1001 Prima menzione scritta di Gorizia
L’imperatore Ottone III donò al patriarca di Aquileia la metà del castello di Salcano e la metà del villaggio, chiamato Goriza nella lingua degli Slavi e i territori ad essi pertinenti posti tra l’Isonzo, il Vipacco, il rio Vertovino/Vrtovinš?ek e il ciglio della selva di Ternova. L’altra metà sarebbe stata successivamente attribuita al conte del Friuli.

1060-1209 Marca dell’Istria
L’Istria venne a costituire un’entità territoriale e amministrativa autonoma, nell’ambito dell’impero germanico. La sua titolarità venne concessa alle maggiori dinastie tedesche, come gli Eppenstein, gli Sponheim, gli Andechs. Nel 1209 passò ai patriarchi di Aquileia.

1077 Inizio del dominio temporale dei patriarchi di Aquileia sulla contea del Friuli
L’imperatore Enrico IV concesse al patriarca Sigeardo, suo cancelliere e mediatore nella difficile controversia con il papa a Canossa, la contea del Friuli e il villaggio di Lucinico. L’intenzione dell’imperatore e dei suoi successori era quella di avere persone di propria fiducia a controllare una zona chiave per le comunicazioni tra Italia e Germania, e così sarebbe stato fino alla metà del Duecento. Il dominio temporale dei patriarchi sul Friuli durò fino al 1420.

1125 Prima menzione di Mainardo di Lurngau quale avvocato della chiesa aquileiese e conte di Gorizia
L’avvocazia (la tutela in campo civile, giuridico e militare di un ente ecclesiastico da parte di un laico) della chiesa aquileiese, dopo esser stata appannaggio di due eminenti famiglie tedesche – gli Eppenstein e gli Spanheim – pervenne ai Lurngau, famiglia di rango minore, destinata però a svolgere un ruolo importantissimo nelle dinamiche regionali. Di qualche anno precedente pare fosse l’attribuzione allo stesso del titolo di conte di Gorizia.

1202-1204 Trieste e le città costiere dell’Istria dovettero giurare fedeltà a Venezia
I Veneziani, che fornivano ai crociati il trasporto sulle loro navi, si presentarono con la flotta e gli armati davanti al Trieste, Muggia e altre città costiere, imponendo loro un giuramento di fedeltà. Proseguirono poi per Zara, che si era ribellata al dominio veneziano. La città fu assediata, presa, saccheggiata e ricondotta all’obbedienza veneziana.

1209 L’Istria sotto la giurisdizione dei patriarchi di Aquileia
Il tentativo dei patriarchi di esercitare un vero dominio sull’Istria si scontrò con le autonomie dei comuni istriani e con il controllo esercitato da Venezia sulle città costiere.

1244 Prima menzione di un convento francescano a Cividale
Si trattò probabilmente del più antico convento francescano in Friuli. Nel corso del Duecento ne vennero eretti anche a Gemona, Gorizia, Udine, Sacile, Portogruaro.

1245 Concilio di Lione: il patriarca schierato contro l’imperatore Federico II e i suoi alleati
Per la prima volta venne rotto il nesso che univa il patriarcato di Aquileia al sovrano di Germania. Dopo la morte di Bertoldo di Andechs, nel 1251, fu il papa a nominare ecclesiastici di sua fiducia sul soglio aquileiese.

1251 Gregorio di Montelongo e inizio dei patriarchi ‘guelfi’, schierati su posizioni filo-papali
Gregorio di Montelongo, già legato papale in Lombardia nelle guerre contro Federico II e i ghibellini, venne nominato patriarca di Aquileia. Si trovò più volte ad opporsi ai conti di Gorizia e ad altri signori schierati con la parte imperiale.

1266-1291 Guerre per il controllo dell’Istria
Patriarchi di Aquileia, conti di Gorizia e Venezia si scontrarono per il possesso dell’Istria, anche appoggiando i tentativi delle diverse città istriane di rendersi autonome e le fazioni che, al loro interno, appoggiavano l’una o l’altra parte. Il potere patriarcale venne sempre più ridotto mentre Venezia affermava con decisione il suo dominio sulle città costiere. Questa fase si concluse con la pace di Treviso (1291).

1273 Raimondo della Torre nominato patriarca di Aquileia. Inizio dell’influenza torriana
Raimondo della Torre, appartenente all’omonima famiglia milanese schierata sul fronte filo-papale, venne nominato sul soglio aquileiese. Nel 1277, dopo la sconfitta militare in Lombardia, ad opera dei Visconti, la consorteria dei della Torre e i loro sostenitori ripararono in Friuli e occuparono posti chiave nell’amministrazione e governo del patriarcato. Quattro furono i patriarchi della Torre: Raimondo (1273-1299); Gastone (1316-1318); Pagano (1319-1331); Ludovico (1359-1365).

1307 Accordi tra Venezia e il patriarca di Aquileia relativi all’Istria
Il patriarca riconobbe l’effettiva sovranità veneziana su tutte le città della fascia costiera con i loro territori, tranne Muggia, oltre che su Montona e la valle del Quieto. Al patriarca rimasero alcuni castelli (Castelvenere, Buie, Portole, Pinguente) e la val d’Arsa. I conti di Gorizia dominavano l’Istria centrale e orientale.

1334-1350 Patriarcato di Bertrando di Saint-Geniès
Originario di Cahors in Francia, giurista in diritto civile e canonico, con una solida esperienza curiale e diplomatica, Bertrando sembrava la persona più adatta per ricoprire l’importante ma difficile incarico. Si trovò ad affrontare un endemico stato di guerra interna tra le varie consorterie nobiliari, spesso coalizzate con i potenti nemici esterni del Patriarcato. Venne ucciso in uno scontro armato e, in seguito, proclamato beato dal suo successore.

1348 Terremoto in Friuli. Sollevazione di Capodistria
Il 25 gennaio 1348 un forte terremoto, simile a quello del 1976 per ampiezza e localizzazione dell’epicentro, colpì il Friuli, la Carinzia, la Carniola e le regioni vicine. Si ebbero molti crolli di edifici, frane e smottamenti. Nello stesso anno, che fu anche quello della peste, i Capodistriani tentarono di sbarazzarsi del dominio veneziano, grazie anche all’appoggio del conte di Gorizia Alberto IV. La Serenissima reagì prontamente, riacquistando il controllo della città.

1366 Promulgazione delle Constitutiones Patriae Foriulii
Il patriarca Marquardo di Randek (1365-1381) fece raccogliere le consuetudini osservate nell’ambito della Patria del Friuli, che in molti casi si discostavano dalle norme del diritto comune e di quello romano. Il codice restò in vigore anche dopo la conquista Veneta, fino al 1797.

1368-69 Assedio di Trieste da parte dei Veneziani e dominio veneziano sulla città
Il rifiuto di Trieste di riconoscere il controllo veneziano sul mare e di giurare fedeltà alla Serenissima portarono ad un assedio che durò quasi un anno. Stretta nella morsa dell’assedio Trieste offrì la propria sottomissione agli Asburgo, duchi d’Austria, che vennero in aiuto della città, ma furono sconfitti dai Veneziani, che la occuparono.

1374 I domini in Istria dei conti di Gorizia passarono agli Asburgo
Alberto IV, conte di Gorizia morì e i domini che possedeva in Istria, a seguito di un patto dinastico stipulato nel 1364, pervennero agli Asburgo. Di fatto la casa d’Austria governava i possessi istriani dei conti di Gorizia già dal 1354, quando Alberto IV ne aveva ceduto il dominio a copertura dei suoi debiti.

1378-81 Guerra di Chioggia tra Venezia e Genova
Nella guerra tra le due repubbliche marinare furono coinvolti anche il patriarca di Aquileia e i conti di Gorizia. Trieste approfittò delle difficoltà di Venezia per svincolarsi dal suo dominio. Le forze genovesi attaccarono le città costiere istriane. La pace di Torino del 1281 riportò lo status quo nella regione, tranne che per Trieste, che restò libera dal dominio veneziano.

1381 Filippo d’Alençon patriarca commendatario
L’assegnazione del patriarcato di Aquileia in commenda al cardinale Filippo d’Alençon scatenò in Friuli lo scontro armato fra due fazioni, una pro e una contro tale nomina. Udine, i Savorgnan, altri castellani e città non lo riconobbero quale legittimo patriarca; a suo favore si schierarono Cividale e altri centri. Entrarono in gioco anche le potenze vicine: Venezia, i Carraresi signori di Padova, gli Ungheresi, che nel 1384 ottennero una sentenza arbitrale a favore del patriarca.

1382 Dedizione di Trieste agli Asburgo
Nell’intento di salvaguardarsi dal controllo veneziano, Trieste offrì la sovranità sulla città a Leopoldo III d’Asburgo, divenendo parte dei domini di Casa d’Austria, ma ottenendo notevoli autonomie.

1385-1388 guerra in Friuli
Si riacutizzò la guerra tra le due fazioni pro e contro il patriarca, appoggiate dalle potenze esterne. Le forze contrarie si strinsero nella “felice unione”, appoggiata all’esterno da Venezia e dagli Scaligeri; quelle a favore furono sostenute dai Carraresi, signori di Padova, e dal re d’Ungheria. Le truppe dei due schieramenti si affrontarono sul territorio friulano devastandolo. La rinuncia al patriarcato del d’Alençon, alla fine del 1388, e la nomina di un nuovo patriarca, Giovanni di Moravia, non bastarono a fermare le devastazioni.

1394 Uccisione del patriarca Giovanni di Moravia
Tristano di Savorgnan, spalleggiato dagli Udinesi vicini alla propria consorteria, uccise il patriarca Giovanni di Moravia come ritorsione per la morte del padre, avvenuta nel 1389, di cui il patriarca era considerato il mandante. Tristano era fortemente legato a Venezia, dove aveva trascorso gli anni dell’esilio e alla cui nobiltà la famiglia era aggregata, fin del 1385.

1411-1413 guerra tra Venezia e l’Ungheria
Già dal 1410 si riaccesero in Friuli gli scontri tra fazioni opposte, dietro alle quali vi erano Venezia e il sovrano ungherese Sigismondo di Lussemburgo, imperatore non incoronato del Sacro Romano Impero. Le due potenze si affrontarono sul territorio friulano, che venne invaso dalle truppe ungheresi guidate da Pippo Spano, capitano generale di re Sigismondo, e patì notevoli devastazioni. Nel 1413 tra le due potenze venne firmata una tregua di cinque anni.

1418-1420 ripresa delle operazioni belliche
Scaduta la tregua quinquennale, Venezia approfittò della difficile situazione in cui si trovavano gli Ungheresi, che dovevano far fronte agli Ottomani, per inviare truppe mercenarie alla conquista del Patriarcato e dei possessi patriarcali in Istria. Importante fu il ruolo di Tristano Savorgnan.
1420 conquista veneziana del Friuli


Della stessa tematica