Ottocento

Cronologia


1797 Pace di Campoformio
Il 17 ottobre gli Asburgo e Napoleone Bonaparte siglavano la pace che decretava la fine della Repubblica di Venezia. I primi cedevano al secondo i Paesi Bassi e la Lombardia, inserita nella Repubblica Cisalpina, ottenendo in cambio Veneto, Dalmazia e Istria. Dal centro, il dominio austriaco s'estese alla parte veneta della penisola istriana.

1804 Gli austriaci e i nuovi territori
Le provincie dell'Istria veneta e di Trieste furono unite in un Capitanato provinciale, avente come capoluogo la città portuale. Il nuovo assetto fu giudicato in modo negativo da notabili e patrizi, contrari alle tendenze centralistiche dei rappresentanti austriaci.

1805-06 I francesi
Con la pace di Presburgo, Napoleone sottraeva a Francesco I Venezia con la terraferma, Dalmazia e Istria veneta, inserita nel Regno d'Italia e trasformata prima in ducato, poi in dipartimento, ripartito nei distretti di Capodistria e Rovigno. La provincia di Venezia prendeva il nome di Dipartimento dell'Adriatico, quella di Capodistria di Dipartimento dell'Istria. All'ammodernamento amministrativo e alla promozione della borghesia, fece riscontro un diffuso malcontento popolare per il peso delle tasse e la crisi economica dovuta al blocco continentale inglese. Nel marzo del 1806 i francesi, dopo cinque mesi d'occupazione, abbandonavano Trieste dietro riscatto.

1809 Austria e ancora Francia
Tornati gli austriaci in Istria, i francesi riconquistavano in pochi mesi la regione e in ottobre, con la pace di Vienna, istituivano le Provincie Illiriche, considerate parti separate della Francia e composte da Carinzia, Carniola, Gorizia, Trieste, Istria veneta e asburgica, Dalmazia, ex Repubblica di Ragusa e gran parte della Croazia, distinta in civile e militare. Capoluogo regionale era Lubiana, sede del governatore. Gorizia, Trieste e Istria veneta formavano, assieme ai relativi cantoni, l'Intendenza d'Istria, con capoluogo Trieste. Fiume e le isole di Veglia, Cherso, Lussino e Arbe, ossia il Litorale ungarico, entravano nella Croazia civile, con capoluogo Carlstadt.

1813-14 La Restaurazione
Fallita la spedizione francese in Russia, truppe austriache attaccavano le Provincie illiriche, avanzando in Istria e assediando il castello di Trieste. Sconfitto Napoleone a Lipsia ed esiliato all'Elba, il congresso di Vienna assegnava all'Austria, oltre alle ex Province illiriche, la Lombardia e il Veneto, associati in un unico regno. L'Intendenza dell'Istria, lasciata in vita dopo la caduta del dominio napoleonico, venne soppressa nel settembre del 1814. Cominciava il periodo della Restaurazione.

1815 Il Litorale austriaco
Prese il nome di provincia del Litorale (Küstenland) la circoscrizione dell'Impero austriaco comprendente i Circoli di Trieste, di Fiume e Carlstadt e la Contea di Gorizia e Gradisca. La sovrintendenza dell'intero territorio era affidata all'autorità dell'Imperial-regio governatore, con sede a Trieste, dotato di poteri direttivi nel campo dell'amministrazione politica e, più limitati, in quelli della finanza e della giustizia. I circoli erano divisi in distretti, guidati da un commissario, cui facevano capo i comuni retti da un podestà. Il Litorale fece parte in via formale del Regno d'Illiria, durato dal 1816 al 1849.

1822-25 Modifiche amministrative
Il Circolo di Gorizia aumentò di dimensioni e Trieste divenne un distretto autonomo diretto dal Magistrato civico. Il Circolo dell'Istria, con capoluogo Pisino e sede del tribunale a Rovigno, sorto nel 1822 in sostituzione dei Circoli di Fiume e Carlstadt passati all'Ungheria, nel 1825 assorbì la competenza territoriale del soppresso Circolo di Trieste.

1836 La Favilla
In luglio usciva a Trieste il primo numero de «La Favilla». Fondato da Antonio Madonizza e Giovanni Orlandini, il periodico contò sulla collaborazione di intellettuali come Francesco Dall'Ongaro, Pacifico Valussi e, dal Friuli, Caterina Percoto. Espressione delle tendenze liberaleggianti dell'élite dirigente, «La Favilla» intese emancipare Trieste dalle angustie del municipalismo in favore di un avvicinamento culturale all'Italia. La salvaguardia dell'identità nazionale dei triestini di lingua italiana s'accompagnava a una dichiarata simpatia per i popoli slavi e all'apprezzamento di tutte le componenti nazionali presenti in città.

1839 Il Consiglio ferdinandeo
Trieste ottenne una rappresentanza civica con il Consiglio ferdinandeo, così detto dallo statuto concesso dall'imperatore Ferdinando. Composto da membri scelti dal governatore fra il notabilato locale, il Consiglio aveva compiti di gestione dei beni municipali e consultivi rispetto al governo del Litorale.

1841-47 Il cauto liberalismo di Stadion
Il governatore Francesco Stadion, che ricoprì la carica dal 1841 al 1847, adottò un atteggiamento di prudente apertura liberale: venne concesso l'insegnamento scolastico nella lingua materna e furono ristabiliti i consigli municipali a carica elettiva. Parallelamente, il conte austriaco irrobustì l'apparato burocratico immettendo nuovi funzionari nei gangli amministrativi, che andarono a costituire una classe politica preposta alla gestione dei problemi d'ordine legale e fiscale delle città.

1848 I moti in Austria
In marzo l'Impero fu investito da una serie di moti: a Vienna il 13, a Milano il 18, a Venezia il 22, a Trieste il 23, mentre dall'Istria partivano volontari per Venezia. L'effimera insurrezione triestina, che lasciò fredda la cittadinanza, fu l'espressione di un liberalismo venato da un embrionale sentimento irredentista, privo d'istanze separatiste. In maggio ci furono le elezioni per la costituente di Francoforte, l’assemblea rappresentativa della Confederazione germanica, che comprendeval’Istria, e per la costituente di Vienna. In agosto truppe croate occupavano Fiume, che aveva aderito alla rivolta di Budapest. In dicembre Ferdinando I abdicava in favore di Francesco Giuseppe.

1849 Riassetto dell'Impero
Sciolta la costituente e sconfitta la rivolta ungherese, Francesco Giuseppe impose una costituzione di tendenze assolutistiche. Trieste fu riconosciuta città immediata, ossia provincia dotata di statuto e prerogative d'autogoverno. Con la vittoria delle truppe austriache sui piemontesi a Novara e la capitolazione della risorta Repubblica di San Marco, di cui aveva fatto parte il Friuli, l'Austria superava la crisi e soffocava le istanze liberali in Istria. Il Litorale risultava così composto: città immediata di Trieste, Margraviato d'Istria con capoluogo Pola, Contea di Gorizia e Gradisca con capoluogo Gorizia.

1850 La Luogotenenza del Litorale
In ottemperanza alla costituzione del 1849, la provincie dell'Impero caddero sotto l'autorità dei luogotenenti, dipendenti dal ministero dell'Interno e dotati d'ampie prerogative in materie politiche, militari e, in misura minore, finanziarie, nonché di controllo degli affari distrettuali e comunali. L'intero Litorale dipendeva dal luogotenente di Trieste, che presiedeva anche il Governo centrale marittimo, con poteri di direzione e di sorveglianza sugli affari mercantili e di sanità marittima.

1850-60 Il decennio neoassolutista
Iniziava l'epoca neoassolutista, in buona parte dominata dalla figura del ministro dell'Interno Alexander Bach. Lo statuto di Trieste divideva in quattro curie, stabilite dal censo, l'elettorato chiamato a esprimere il consiglio municipale, che rimase in carica dieci anni e mantenne un atteggiamento filo-asburgico. Fu un periodo di consonanza fra società civile ed élite economica.

1859-61 L'Austria costituzionale
Le sconfitte austriache contro i franco-piemontesi nel 1859 determinarono la perdita della Lombardia e dell'influenza sui ducati centrali della penisola, inducendo Francesco Giuseppe a ristrutturare lo Stato in senso costituzionale. Il 20 ottobre 1860 il Consiglio dell'Impero (Reichsrat) concesse la rappresentanza politica a ciascuna delle tre provincie del Litorale istituendo le diete di Gorizia, Trieste e Parenzo, che nella prima adunanza si rifiutò d'eleggere i delegati per Vienna e venne perciò detta «Dieta del Nessuno». La Patente del 26 aprile 1861 rese esecutivo il diploma dell'anno prima, ufficializzando la creazione di un parlamento dai poteri limitati eletto dalle diete.

1863 Graziadio Isaia Ascoli e la Venezia Giulia
Nell'articolo Le Venezie, pubblicato in forma anonima l'8 agosto 1863 sul giornale milanese «L'Alleanza», il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli propose di nominare Venezia Propria, Venezia Tridentina e Venezia Giulia i territori asburgici considerati italiani dai punti di vista geografico, storico e linguistico, ma esclusi dai confini amministrativi del Regno. L'operazione aveva chiari intenti politici: dava visibilità alla presenza italiana in Austria e disegnava i contorni dell'incompiuto progetto unitario.

1864 I moti di Navarons
Il 16 ottobre s'accese in Friuli un moto di matrice mazziniana, che ebbe come centro cospirativo San Daniele e base logistica il borgo di Navarons, luogo di nascita del capo degli insorti, il medico Antonio Andreuzzi, massone e carbonaro. Intenzionate ad attaccare le guarnigioni austriache di Spilimbergo e Maniago e a incitare la popolazione alla rivolta, le bande, guidate una da Andreuzzi, l'altra da Giovanni Battista Cella e Valentino Asquini, vennero disperse dagli imperiali.

1866 La guerra austro-italiana
Sottoscritta un'alleanza militare italo-prussiana, il Regno dei Savoia combatté contro l'Austria la cosiddetta Terza guerra d'indipendenza. Camicie rosse e truppe regolari riscossero alcuni successi militari in Trentino e nella pianura friulana, ma le vittorie austriache per mare a Lissa e per terra a Custoza vanificarono la penetrazione a est dell'Italia, che tramite mediazione francese ottenne il Veneto e il Friuli occidentale e centrale, Udine e Pordenone comprese e Gorizia esclusa. Il nuovo confine, che coincideva con il corso del fiume Judrio, poneval'Italia in una posizione militarmente sfavorevole in caso d'aggressione austriaca, motivo di future richieste di rettifiche.

1867 Dall'Austria all'Austria-Ungheria
Stabilito il Compromesso (Ausgleich) con i magiari, l’Impero asburgico si trasformò in Duplice monarchia, basata su un ordinamento liberale. Austria e Ungheria ebbero parlamenti e governi propri, ma condivisero politica estera, esercito e finanze. Francesco Giuseppe cinse entrambe le corone. Friuli, Istria, Gorizia e Dalmazia rimasero nella parte austriaca, chiamata Cisleitania, mentre Fiume, conclusa la parentesi del governo croato, divenne corpus separatum del Regno di Ungheria, detto Transleitania, assumendo i tratti di un'enclave con larghi spazi d'autonomia all'interno del Regno di Croazia.

1869-70 Italiani e sloveni a Gorizia
Nel 1869 i deputati provinciali italiani e sloveni di Gorizia votarono uniti l'istituzione di una scuola tecnica con insegnamenti in ambedue le lingue e un unico preside. Nell'agosto dell'anno successivo gli stessi deputati reagirono compatti al tentativo di rendere obbligatorio l'esame in tedesco per l'ammissione nelle scuole medie. L'alleanza strategica fra le due componenti etniche nel campo scolastico, al fine di contrastare l'ingerenza tedesca, veniva meno in altre situazioni. Scontri fra chierici italiani e slavi avvenivano nel Seminario cittadino.

1873 Riforma del Consiglio imperiale
Le elezioni per il Consiglio imperiale, il parlamento viennese a struttura bicamerale, si tennero sulla base della riforma elettorale del 2 aprile, basata sul sistema rappresentativo censitario, che toglieva alle diete e deferiva in via diretta agli elettori la facoltà d'eleggere i futuri membri della Camera dei deputati. La Camera dei signori rimaneva non elettiva, costituita da uomini nominati dall'imperatore e da nobili che vi accedevano per diritto di nascita.

1874 L'Edinost
Gli sloveni di Trieste diedero vita all'Edinost, un circolo politico che aveval'obiettivo di rafforzare la coscienza nazionale slava incentivando economia e cultura e opponendosi in modo deciso alla supremazia politica italiana. Diramatosi in Istria e nel Carso, a due anni dalla nascita l'Edinost pubblicò il primo numero di un giornale omonimo sostenitore dell'idea trialista, vale a dire il progetto di dividere la monarchia danubiana in tre parti corrispondenti alle nazionalità tedesca, magiara e slava meridionale.

1878 Il Congresso di Berlino
Il Congresso di Berlino, a cui parteciparono le maggiori potenze europee, affidò la Bosnia-Erzegovina all'amministrazione austriaca. L'Italia non ottenne aggiustamenti confinari favorevoli, scatenando le rimostranze degli irredentisti della penisola, inseriti nell'orbita repubblicana ma destinati a spostarsi progressivamente a destra. In stretti rapporti coi filo-italiani della Venezia Giulia tramite la comune partecipazione a manifestazioni, comitati e logge massoniche, gli irredentisti riuscirono a convincere una fetta dell'opinione pubblica della necessità d'annettere le province italofone d'Austria.

1882 L'annus horribilis dell'irredentismo italiano
Italia Germania e Austria-Ungheria stipulavano un patto militare detto Triplice alleanza, che allargava la Duplice austro-tedesca, in essere dal 1879. In giugno moriva Garibaldi e in dicembre il triestino Guglielmo Oberdan, disertore dell'esercito asburgico e riparato in Italia, veniva giustiziato con l'accusa d'aver ordito l'assassinio di Francesco Giuseppe.

1884-86 L'associazionismo istriano e l'idea di nazione
In Istria proliferavano le associazioni poste a difesa dell'identità e della cultura delle varie componenti etniche: nel 1884 gli italiani fondarono a Pisino la Società politica istriana e a Parenzo la Società istriana di archeologia e storia patria, mentre nel 1886 sorse a Castua il Narodni Dom (Casa del popolo). Sulla costa e a nord della penisola prevalevano gli italiani, a est i croati, a Castelnuovo e nell'entroterra di Capodistria gli sloveni. Nelle città del centro erano in maggioranza gli italiani, superati nel contado dai croati. I primi avevano un concetto volontarista e inclusivo della nazione, i secondi etnicista e naturalista, che meglio li difendeva dal rischio dall’assimilazione.

1888-94 L'organizzazione socialista nel Litorale
La fondazione nel 1888 a Trieste della Confederazione operaia, che superava l'esperienza della Società Operaia Triestina, dai caratteri mutualistici, creò un nesso col gruppo socialista austriaco. Operaista, internazionalista, anti-irredentista, la Confederazione ebbe tre sezioni: italiana, tedesca, slovena. Sciolta nel 1891, tre anni dopo Carlo Ucekar ne raccolse l'eredità, presiedendo la Lega socialdemocratica. Se in Istria v'erano i presupposti sociali ed economici per la penetrazione del socialismo scientifico, diversa era la situazione nel Goriziano, egemonizzato dai cattolici, e in Dalmazia, scarsamente industrializzata.

1891 La Lega Nazionale
Erede della disciolta Pro Patria, la Lega Nazionale di Trieste si ramificò presto nei maggiori centri italofoni dell'Impero: in Dalmazia, Istria, Friuli orientale e Trentino. Collegata a scuole e ricreatori, organizzatrice d'eventi sportivi e ludici, in parte sovvenzionata dai circoli patriottici del vicino Regno, la Lega divenne il polo attrattivo della cultura italiana nel Litorale e il centro di raccolta, riconosciuto e legale, dei partecipanti al movimento irredentista.

1891 Abolizione del Porto franco di Trieste
Con l'abolizione del privilegio del Porto franco, che venne incorporato nel territorio doganale austro-ungarico, Trieste conobbe, dopo una stasi iniziale, uno slancio industriale e demografico, supportato dal rinnovo della flotta mercantile della società di navigazione del Lloyd. Solo alcune aree del porto, poi ampliato e recintato, rimasero zone franche con limitate franchigie.

1893 La Cirillo e Metodio e le scuole nel Litorale
Venne fondata a Trieste la Società dei santi Cirillo e Metodio, con il fine di diffondere la cultura e la lingua slava attraverso l'apertura di tipografie, giornali, sale di lettura, scuole elementari in croato e sloveno. Nel Litorale, gli istituti d'insegnamento di ogni livello potevano essere statali, civici e privati. In linea di massima, quelli statali erano di lingua tedesca e i comuni si sobbarcavano le spese delle scuole in altre lingue.

1894-95 Le tabelle bilingui
Il Consiglio comunale di Trieste e la Dieta provinciale dell'Istria inviarono nel 1894 a Vienna una deputazione incaricata di protestare contro le tabelle bilingui italo-slovene imposte agli uffici giudiziari, la cui affissione aveva provocato dei tumulti a Pirano. A causa dell'atteggiamento assunto, nel gennaio dell'anno dopo venne sciolta la Dieta provinciale dell'Istria.

1896 Rottura dell'idillio fiumano-magiaro
Budapest estese a Fiume delle misure amministrative e nuove disposizioni concernenti l'insegnamento. Adottate senza consultare la rappresentanza municipale, come previsto da patti in precedenza stipulati, tali risoluzioni rientravano nel progetto del governo ungherese di magiarizzare al completo i territori e le minoranze della Transleitania. Lo stesso anno venne fondato il partito autonomista, di cui Riccardo Zanella fu l'uomo di punta. La neonata forza politica era giudicata da Budapest, in maniera esagerata ma non del tutto a torto, ambiguamente collusa con gli irredentisti italiani, nonostante le continue frizioni tra gli autonomisti e i separatisti locali.

1897 La quinta curia e la questione dell'università italiana a Trieste
Le nuove elezioni per il parlamento viennese si svolsero in base al consueto sistema censitario, ma con l'aggiunta di una quinta curia, cui potevano aderire i maschi d'età superiore ai ventiquattro anni. Trieste mandò Attilio Hortis al Reichsrat, dove il club dei deputati italiani, che includeva i trentini, aumentò di consistenza. Hortis vi sostenne ripetutamente la necessità d'aprire un ateneo italiano nella città adriatica, tema ricorrente della propaganda irredentista.

1899 La Gorizia irredentista
Con l'accusa di svolgere attività anti-governativa, in maggio venne disciolta la Lega della gioventù friulana, patrocinata l'anno prima da Giorgio Bombig, personaggio di spicco dell'irredentismo goriziano, membro di varie associazioni politiche d'orientamento anti-austriaco e filo-italiano, dalla Società goriziana di ginnastica alla Lega nazionale.

1900 Morti illustri
Alla notizia dell'uccisione del re d'Italia Umberto I per mano dell'anarchico Gaetano Bresci, il Consiglio comunale di Trieste commemorò il sovrano e decise d'omaggiarne la memoria inviando una corona di bronzo da porre sul feretro. Iniziative simili prese da alcuni municipi istriani vennero ostacolate dalla luogotenenza, timorosa che l'ondata emotiva provocata dall'accaduto gonfiasse il movimento irredentista. Le di poco successive morti di Giuseppe Verdi e Giosuè Carducci suscitarono altrettanti moti di simpatia da parte delle componenti filo-italiane della regione.

1904 Nazioni e nazionalismi
Su progetto dell'architetto Max Fabiani, esponente del razionalismo viennese, venne inaugurato a Trieste il Narodni Dom (Casa del popolo), centro polifunzionale della comunità slovena frequentato da tutte le componenti slave cittadine. Dotato di albergo, ristorante, teatro, palestra, caffè e appartamenti, esso divenne, nel cuore di Trieste, il simbolo della vitalità della più numerosa delle sue minoranze. In novembre all'università di Innsburck gli studenti italiani subirono l'assalto di quelli austriaci, indice del montare dei nazionalismi che minavano dall'interno la compagine imperiale.

1905 Gli sloveni goriziani
Apriva a Gorizia il Trgovski Dom (Casa del commercio), opera di Max Fabiani. L'edificio, impostato su criteri architettonici differenti da quelli usati per il Narodni Dom triestino, di cui era pressoché contemporaneo, conteneva negozi, uffici, banca, teatro, ristorante, biblioteca e palestra. Il complesso era l'emblema dell'avanzata economica degli sloveni goriziani, basata sulle attività cooperativistiche, le casse rurali e l'espansione del capitale bancario.

1906 Il Consiglierato di luogotenenza
In gennaio venne istituito il Consiglierato di luogotenenza per Trieste e territorio, cui vennero affidate alcune delle materie di competenza statale sottratte al Magistrato civico: leva militare, culto, sanità, sicurezza.

1907 Il suffragio universale maschile
Dopo una precedente estensione degli aventi diritto al voto, nel 1907 vennero abolite le curie e fu introdotto il suffragio universale maschile per le elezioni al parlamento viennese, pur rimanendo inalterato il sistema censuario per diete e comuni. Veniva così intaccato il predominio esercitato dalle maggiori componenti nazionali dell'Impero. Trieste inviò al Reichsrat quattro deputati socialisti e uno sloveno, acuendo i timori del partito liberal-nazionale a guida del Comune, espressione della media borghesia di lingua e sentimenti italiani. In Carniola, territorio a maggioranza slovena, i socialdemocratici non ottennero seggi.

1908 Annessione della Bosnia-Erzegovina
L'annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina rinfocolò, da una parte, le polemiche degli irredentisti per il mancato riconoscimento all'Italia di compensi territoriali, che il trattato della Triplice alleanza contemplava in caso d'allargamento a est dell'Austria, senza però specificare quali e quanti fossero. Dall'altra, le speranze croate di ottenere la terza corona imperiale, dando così soddisfazione alle aspettative degli slavi meridionali. Ad appoggiare il disegno trialista della monarchia era anche il principe ereditario, l'arciduca Francesco Ferdinando. Il 12 settembre moriva Felice Venezian, capo indiscusso dei liberal-nazionali triestini e venerabile della loggia Alpi Giulie.

1909-13 Fiume magiara, Fiume italiana
Insediato a Fiume nel 1909, il governatore István Wickenburg adottò un'intransigente politica di magiarizzazione: istruzione in lingua ungherese, scioglimento dei circoli filo-italiani, promulgazione di una legge sugli stranieri che consentiva l'allontanamento dei sudditi del Regno residenti in città. Gli effetti furono l'avvicinamento di autonomisti e irredentisti e le proteste del consiglio comunale, che fu sciolto d'imperio. Le tensioni raggiunsero il culmine il 9 ottobre 1913, quando delle bombe esplosero, con pochi danni e nessun ferito, nelle vicinanze del palazzo del governatore.

1912-13 Guerre e scontri
Le due guerre balcaniche, combattute ad alleanze alterne da Serbia, Bulgaria, Grecia, Montenegro e Turchia, ridisegnarono la cartina dell'area. Nel 1913 il luogotenente Konrad Hohenlohe-Schillingsfürst espulse per decreto dall'amministrazione comunale di Trieste i regnicoli, cioè i residenti formalmente sudditi del Regno d'Italia. A due mesi di distanza, il 27 novembre, avvennero degli scontri fra studenti italiani e austriaci all'università di Graz, che suscitarono le rimostranze delle associazioni patriottiche della penisola, guidate dalla Trento e Trieste. Si surriscaldava il clima fra le nazionalità dell'Impero, che a Trieste vedeva contrapposti italiani e slavi.

1914 La prima guerra mondiale
Il 28 giugno un giovane nazionalista serbo assassinò a Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia Chotek. Ne seguì l'ultimatum austriaco alla Serbia, che fece scattare il complesso sistema d'alleanze fra le potenze europee, dando luogo a un conflitto generalizzato che fu detto in seguito prima guerra mondiale. Le salme della coppia giunsero il 1° luglio via mare in una Trieste parata a lutto, per poi proseguire in treno, passando dalle stazioni di Lubiana e Graz, verso Vienna. Da lì a quattro anni l'Impero austriaco avrebbe cessato d'esistere.

 

 

 

 

 


Della stessa tematica