Trattato di Osimo (1975)

Confini


Anche se di fatto conclusa con il Memorandum di Londra del 1954, la questione del confine fra Italia e Jugoslavia attendeva di venir formalmente perfezionata. Entrambi i Paesi avevano proceduto all’”annessione fredda” rispettivamente della zona A e della zona B del TLT – ad esempio l’Italia aveva fatto di Trieste il capoluogo della Regione autonoma Friuli – Venezia Giulia – ma alla metà degli anni ’70 i governi di Roma e Belgrado decisero di por fine alla fase dell’ambiguità concordata con un vero e proprio trattato internazionale. Questo fu costituito dagli Accordi di Osimo del 10 novembre 1975, che definirono la linea di confine fra Italia e Jugoslavia senza mai far menzione del Memorandum. Alla luce del nuovo accordo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite cancellò dall’ordine del giorno delle proprie sedute il punto relativo alla nomina del governatore del Territorio Libero di Trieste.

Gli Accordi di Osimo costituirono un importante atto di stabilizzazione tra due stati, in sintonia con quanto concordato dai governi europei nella Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa a Helsinki (1.8.1975): «dare il proprio contributo al rafforzamento della pace e della sicurezza nel mondo» e, soprattutto, ritenere «inviolabili» le reciproche frontiere.

 

Fig. 1: La pagina 9 de "Il Piccolo" di venerdì 14 novembre 1975 in cui vengono riportati i testi del Trattato di Osimo e gli articoli del Protocollo sulla zona franca di Trieste assieme alla carta della divisione delle acque nel Golfo di Trieste.

Fig. 2: Il foglio 82 della Mappa di confine tra la R. Italiana e la R.S.F. Jugoslava / Plan granice između S.F.R. Jugoslavije i Republike Italije dell’Istituto Geografico Militare e del Vojnogeografski Institut  (Firenze, Beograd, 1980) su cui viene riportata in rosso la nuova delimitazione del confine nei pressi dell’abitato di Plavije (Plavia).


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