Età preistorica e protostorica

Cronologia


CRONOLOGIA PREISTORICA

450-10 mila anni fa Paleolitico
(450-80 mila anni fa P. inferiore - 80-35 mila anni fa P. medio - 35-10 mila anni fa P. superiore)
Nella fase più lunga e antica della storia dell’uomo si alternano fasi di glaciazione a periodi interglaciali.
La vita umana si articola in piccoli gruppi privi di differenziazioni sociali che per procacciarsi il cibo sono caratterizzati da un alto tasso di mobilità. L’economia dell’epoca si bassa sulla caccia di animali selvatici e sulla raccolta dei prodotti spontanei della terra. I resti pervenutici sono costituiti da un industria pietra scheggiata a percussione diretta, a cui si affiancano successivamente oggetti d’industria su osso, corno e conchiglie.
Si passa da un’iniziale prevalenza di strumenti semplici come i Chopper, ciottoli percossi fino a ricavane uno e due margini taglienti e scheggiati su una sola faccia, per passare nei periodi successivi a strumenti più definiti come lame e lamelle di selce. Questi strumenti erano le prime armi costruite dall’uomo per cacciare gli animali e aiutarsi in tutte le attività. Evoluzioni tecniche simili sono riscontrate in Africa, Asia ed Europa.
Le analisi condotte hanno permesso di ipotizzare che nell’area in esame l’ambiente fosse rivestito da una vegetazione tipo steppa-prateria con rari alberi, conifere e latifoglie, tra cui pascolavano i cervi.
Nell’area del Carso classico i resti più antichi provengono dal Riparo di Visogliano dove sono stati rinvenuti manufatti di pietra, resti di fauna e parte della mandibola di un Homo erectus.
Nel Riparo di Biarzo, nelle Valli del Natisone, è invece stato scoperto un arpione in corno usato con buona probabilità per la pesca nel vicino corso del fiume.


8.000-6.000 a.C Mesolitico
(8.000-7.000 a.c. M. antico - 7.000-6.000 a.c. M. recente)
Dopo la fine dell’ultima glaciazione si verifica un innalzamento delle temperature e un conseguente cambiamento ambientale. È in questo periodo che si innalza la linea di costa e il mare arriva a lambire la costa carsica come accade al giorno d’oggi, in precedenza fino all’altezza di Ancona circa era tutta terra emersa.
I gruppi umani per procacciarsi il cibo diventano molto più mobili e questo cambiamento, assieme a una maggiore abilità della lavorazione della selce, si riflette sugli strumenti che produce. Le dimensioni delle selci lavorate si riducono notevolmente fino ad arrivare al microlitismo, così anche da diminuire il peso che serve portarsi addosso nelle lunghe battute di caccia. Gli strumenti vengono spesso immanicati su aste di legno usate come armi da lancio verso la prede. In questo periodo compaiono nuove specie animali anche di dimensioni inferiori rispetto a quelle precedenti. La dieta umana è arricchita da pesci e molluschi marini.
Le grotte in area carsica sono il rifugio ideale per i gruppi umani che si spostano da un territorio ad un altro, offrendo oltre al riparo anche l’acqua data dallo stillicidio naturale in un’area priva di fiumi superficiali, così come succede nella Grotta Azzurra si Samatorza.
Alcune furono usate forse come abitazioni per determinati periodi, altre come rifugi temporanei e altre ancora solo per battute di caccia.


6.000- 4.000 a.C. Neolitico 
(6.000-5.600 N. antico –5.600-5.000/4.900 N. medio - 5.000/4.900 - 4.000 N. tardo)
L’evoluzione delle abilità umane nell’antichità è enormemente accelerata in questo periodo, tanto da parlare di “rivoluzione neolitica”. L’economia precedentemente di rapina, ossia basata su caccia e raccolta, diventa economia produttiva. È di questo periodo la scoperta dell’agricoltura, della domesticazione degli animali e la scoperta della ceramica. La cottura di vasi ricavati dall’argilla lavorata a mano comporta la possibilità di cuocere e conservare cibi. Un miglioramento tecnologico comprende anche gli strumenti in pietra levigata, come ad esempio le asce, utili per il disboscamento. Grazie a queste scoperte rivoluzionarie i gruppi umani sono in grado di produrre il cibo di cui abbisognano, evitando spostamenti continui. Questo comporta la creazione di insediamenti più stabili, in pianura troviamo villaggi, mentre in area carsica abbiamo una frequentazione intensiva delle cavità. Queste ultime sono utilizzate come rifugio per gli uomini che condividono spesso lo spazio con le greggi per ripararvi gli animali. Sono stati trovati inoltre diverse sepolture all’interno delle cavità.
Un sito di pianura particolarmente importante per l’area in esame è l’insediamento di Sammardenchia, in comune di Pozzuolo del Friuli, dove sono stati rinvenuti decine di migliaia di manufatti.

 

Nota: Definire una cronologia delle fasi più antiche della storia dell’uomo vuol dire basarsi solo sui resti materiali ritrovati, aiutandosi con tutti i sistemi di analisi disponibili, ad eccezione delle cronache storiche, non ancora utilizzate poiché all’epoca non era ancora in uso la scrittura.
I periodi vengono definiti dal punto di vista evolutivo-funzionale. Le datazioni proposte si riferiscono all’alto arco dell’Adriatico.

 

CRONOLOGIA PROTOSTORICA

4.000-2.500 a.C. Eneolitico
È generalmente considerato il momento di transizione tra l’età della pietra e dei metalli, tanto da non riuscire in tanti casi a distinguere con precisione il momento di stacco dalla fase precedente.
L’industria su pietra, osso e corno rimane molto importante, anche se la grande novità è la scoperta del rame, un minerale che dopo un adeguata lavorazione e fusione a 1000 °C può venir plasmato a piacimento. Le forme iniziali sono semplici, per lo più asce o punteruoli da immanicare.


2.500-900 a.C. Età del Bronzo
(2.500-1.600 a.C. B.antico – 1.600-1.300 a.C. B.medio - 1.300-1.150 a.C. B. recente – 1.150-900 a.C. B. finale)
Il passaggio all’economia produttiva ha segnato un netto aumento della disponibilità di cibo e un miglioramento delle condizioni di vita da cui è derivato un aumento demografico. I gruppi umani aumentano nel numero e al loro interno iniziano ad esserci delle distinzioni di ruolo.
L’organizzazione sociale diviene più complessa, passando dal gruppo parentale alla comunità retta da un capo e i cui membri possono scegliere a che attività economica dedicarsi. Sono necessarie varie specializzazioni, dai contadini ai pastori, dai vasai fino ad arrivare ai metallurghi che, per la rarità e la difficoltà di lavorazione, sono figure eminenti all’interno del gruppo sociale.
Nel Carso classico, nell’Istria e con caratteri leggermente diversi anche in Friuli il fenomeno più tipico di questa fase è la costruzione di castellieri. Dal Bronzo medio e per circa un millennio sono stati costruiti sulla cima delle alture carsiche, o in punti strategici della pianura friulana, come la confluenza di due fiumi.
Le cinta di mura possono essere multiple e sono costruite a secco, con grossi blocchi all’esterno inzeppati all’interno con pietre di minori dimensioni miste a terra. Complessivamente i muraglioni potevano avere uno spessore di 5 metri ed erigersi anche per 3 metri d’altezza, talvolta sormontati da una palizzata lignea.
Sempre in legno sembrano essere state costruite le abitazioni interne, di cui si sono perciò perse quasi tutte le tracce.
Il più grande censimento dei castellieri è stato fatto a inizi Novecento da Carlo Marchesetti che ne ha documentati oltre 500, di cui 150 sono posti sul carso triestino e goriziano e gli altri nella penisola istriana. Fra quest'ultimi il più maestoso è quello di Moncodogno.

 

Età del Ferro
(900-700 a.C. a.C. Prima età del F. - 700-480 a.C. ca Fase evoluta dell’età del F. - 480-350 a.C.Fase matura dell’età del F. - 350-200/50 a.C.Seconda età del F., La Tène)


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