Alto Adriatico 1521-1797 – Confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero d’Austria

Confini


Il confine, che divideva i territori veneti e austriaci nel 1521 (accordi di Worms tra l’Imperatore Carlo V d’Asburgo e il doge Leonardo Loredan), sarebbe durato fino alla scomparsa dello stato veneto nel 1797.

La caratteristica principale di tale confine è la presenza di alcune rilevanti enclaves lungo la costa adriatica, che rompevano la continuità territoriale dei due Stati.

La parte settentrionale del confine seguiva l’andamento delle Alpi Carniche includendo le valli dei corsi d’acqua Degano, Collina, But e Pontebbana, per piegare poi verso la città di Pontebba e raggiungere le Alpi Giulie, seguendo verso sud il crinale con le cime del monte Cergnala, Canin, fino al monte Matajur; inoltre il territorio della Repubblica di Venezia si estendeva nella parte nord-orientale dell’Adriatico su gran parte della costa istriana e sulle isole del Quarnero.

A metà del XVIII secolo diversi tentativi di regolarizzare e razionalizzare il complesso andamento dei confini tra Gorizia e Udine, non diede alcun risultato, salvo la sistemazione di cippi confinari dopo il Trattato generale tra Austria e Venezia firmato a Gorizia nel 1756, con minimi scambi di territorio e un accordo sul controllo periodico del confine.

 

Fig. 1L’ETAT DE LA REPUBLIQUE DE VENISE e PARTIE ORIENTALE DE LA REPUBLIQUE DE VENISE di Nicolas Sanson, Amsterdam, (s.d. circa prima metà del XVIII secolo).

Fig. 2: Il Friuli di Giovanni Andrea Vavassori, carta stampata a Venezia nel 1557.


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