Laghi artificiali

Laghi


I laghi artificiali dell’area trovano origine nelle opere finalizzate allo sfruttamento idroelettrico, portate a termine nel secondo dopoguerra. Per superficie, si segnalano sulle Alpi Carniche il bacino di Sauris (di oltre 1,5 km2) – detto anche della Maina, il cui invaso è ricavato dallo sbarramento del torrente Lumièi – e quello di Barcis, contenuto dalla diga di Ponte Antoi sul Cellina (superficie di quasi 1 km2), il cui sbarramento è all’origine anche del lago di Ravedis (circa 3 km2), grazie a una diga di recente ultimazione. Nell’Alto Meduna, si individuano i bacini di riserva di Redona (1,6 km2) – detto anche “di Tramonti”, conseguente allo sbarramento di Ponte Racli – e quelli poco lontani di Ca’ Zul (0,45 km2), bacino chiuso dalla diga del Ciùl, e di Ca’ Selva (1,2 km2), originato dallo sbarramento del torrente Silisia, affluente del Meduna. Il lago di Barcis, Ca’ Zul e Ca’ Selva sono interni al Parco delle Dolomiti Friulane.
In Istria si segnala il lago Bottonega/Butoniga. Di probabile origine celtica, il toponimo Bottonega significherebbe “Piccola Botte”, distinguendo il “piccolo fiume” (secondo la traduzione di “botte” dal celtico) dal Botte Grande (il Quieto/Mirna). Il fiume alimenta l’omonimo lago artificiale (Butoniga Jezero), tra Pinguente e Montona, creato nel 1989 mediante una diga naturale di terra e pietra e grazie ai finanziamenti di FAO e Banca Mondiale, con l’obiettivo di formare un consistente bacino di accumulazione per rifornire in particolare la costa. Attualmente, la superficie del lago è di poco più di 2 km⊃2;, mentre la profondità media non supera i 5 metri.


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