Portis di Venzone, sbarramento

Fortificazioni di età contemporanea


Edificato tra il 1940 e il 1942, lo sbarramento di Portis di Venzone faceva parte del Vallo Alpino del Littorio, un vasto sistema di fortificazioni permanenti inteso a proteggere il confine italiano, da Ventimiglia a Fiume. Quello di Portis era l’ultimo di una serie di sbarramenti consecutivi disposti lungo le principali direttrici di penetrazione che dall’Austria puntavano verso la pianura friulana. In particolare, esso costituiva un raddoppio del III Sistema Difensivo (Ponte Avons - monte Festa - monte Plauris) e rientrava nel XVI Settore di copertura della Guardia alla Frontiera. Delle 8 opere che formavano lo sbarramento, 3 erano collocate sulla riva destra del Tagliamento, 4 su quella sinistra e una nel bel mezzo del fiume. Le opere erano in genere dotate di lunghi corridoi che mettevano in comunicazione le camerate e i locali di servizio con le varie postazioni, le quali potevano ospitare pezzi anticarro e mitragliatrici. Secondo il progetto, il sistema di Portis avrebbe dovuto schierare 8 fucili mitragliatori, 20 mitragliatrici e 5 pezzi anticarro da 47/32 e 75/27. Alla conclusione dei lavori, tuttavia, solo un’opera risultava essere stata completata al 100%.
A partire dagli anni ’50, sull’onda del timore di una possibile invasione sovietica, lo sbarramento fu riattato dall’Esercito italiano, che lo sottopose ad alcune migliorie. Le postazioni anticarro furono dotate di cannoni da 90/32 e 105/25, mentre la potenza di fuoco generale fu incrementata con l’aggiunta di due torrette di carro M 26 enucleate. Le opere reimpiegate, date in carico a reparti alpini d’arresto, furono dismesse entro il 1992.


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