Le cernide tra 1420 e 1797

Età moderna


Per la difesa dei territori posti in Terraferma, la repubblica di Venezia mantenne nei primi anni di dominio l'organizzazione delle taglie feudali patriarcali, formate da cavalieri nobili e da balestrieri. Considerate militarmente inefficaci, le taglie vennero sostituite dalle cernide, dette anche ordinanze, una milizia paesana reclutata sul territorio. Tale organizzazione militare fu estesa a tutto il Friuli e all'Istria veneta con decreto del 23 marzo 1593, il quale fissava le modalità di reclutamento e di composizione. Si trattava di selezionare (“cernita”) nella popolazione locale gli uomini tra i 18 e i 34 anni abili alle armi. Ogni nucleo familiare (“fuoco”) doveva fornire un uomo e per ogni villaggio dovevano presentarsi non meno di 4 soldati. Gli uomini selezionati andavano a costituire gruppi di 20 soldati agli ordini di un caporale; 5 gruppi costituivano una “squadra” di 100, guidata dal cosiddetto alfiere di squadra. Cinque squadre formavano una “compagnia” che veniva posta agli ordini di un capitano, residente in loco e stipendiato con circa 80 ducati all'anno. In una compagnia operavano, in posizione subalterna al capitano, anche un sergente, un alfiere (portatore del vessillo) e un suonatore di tamburo o tromba. Le compagnie insieme formavano le cosiddette cernide friulane, che facevano capo al generale, detto anche governatore, scelto dalla Serenissima, al cui fianco veniva nominato uno dei Savi di Terraferma preposto alle ordinanze. Le ispezioni alle compagnie, addestrate annualmente, erano effettuate da due sergenti maggiori residenti a Venezia, responsabili di verificare l'adeguatezza dell'armamento e il grado di efficienza. L'acquisto delle armi, delle munizioni e la loro manutenzione erano a spese del Comune. Alla fine del Seicento, le cernide friulane, comprensive delle compagnie “Portia”, “Bagnarola”, “Spilimbergo”, “Mortegliano” e “Remanzacco” (da 2.500 a 4.000 uomini) vennero addestrate e coordinate dal generale di Palma. Le cernide istriane, reclutate nei villaggi, comprendevano sei compagnie che venivano mobilitate sia in tempo di guerra sia per presidiare il confine quando si diffondeva un'epidemia. La compagnia di Capodistria da sola radunava 500 uomini, mentre le altre erano formate da 400 uomini, mentre la compagnia reclutata nel territorio di Albona non superava le 300 unità.


Della stessa tematica