L'amministrazione veneta e quella imperiale della giustizia: strutture a confronto

Età moderna


La frammentarietà giurisdizionale che contraddistinse la Terraferma durante l'Età moderna trovava nel Friuli un caso emblematico, in cui l'assetto istituzionale feudale manteneva una miriade di giurisdizioni più o meno estese, pronte a difendere le proprie prerogative in materia di amministrazione della giustizia civile e penale. L'amministrazione della giustizia in prima istanza era attribuita ai giurisdicenti locali, mentre presso i tribunali riconosciuti da Venezia si tenevano i processi di appello e, in caso di discordie, in alcune zone interveniva il luogotenente di Udine, in altre le magistrature centrali veneziane. A complicare il quadro amministrativo era la presenza di giurisdizioni con parte del territorio appartenente allo Stato veneto e parte a quello imperiale: in questi casi la prima istanza si teneva in territorio veneto, mentre gli appelli venivano devoluti all'autorità veneziana o austriaca a seconda dell'appartenenza dei villaggi in cui erano stati commessi i reati. Nei territori controllati da Venezia, il giurisdicente non presiedeva sempre i tribunali penali, ma veniva incaricato in sua vece il capitano, spesso laureato in diritto, come giudice unico. In alcune giurisdizioni di Comunità e di enti ecclesiastici, il capitano veniva affiancato dal vicecapitano e da alcuni giurati (da 2 a 6) nominati nelle vicìnie. A partire dagli anni Settanta del XVI secolo, Venezia rafforzò il controllo sull'ordine pubblico in Terraferma, promulgando leggi limitative dell'influenza dei nobili e delle aristocrazie cittadine, rafforzando il potere del luogotenente e limitando l'autonomia giurisdizionale dei tribunali feudali (già verso la metà del Seicento i casi venivano discussi o a Udine o a Venezia). Nei territori sotto dominio imperiale, signori e giurisdicenti feudali esercitavano la giustizia civile e penale nei confronti della popolazione, mentre era l'assemblea degli Stati provinciali ad avere competenza per il ceto nobiliare ed a Gorizia operava il Magistrato civico. Nell'ultimo ventennio del Settecento, quando le contee di Gorizia e di Gradisca furono subordinate al governo di Trieste, venne istituito il Tribunale (o Giudizio o Consiglio) Civico Provinciale di Gorizia, Gradisca e Trieste, presieduto dal governatore di Trieste, mentre vennero soppressi gli organi con attribuzioni giurisdizionali locali e creata per Gorizia l'Amministrazione giustiziale dei nobili. Il ricorso in appello proveniente sia dal tribunale civico che dall'amministrazione dei nobili veniva diretto al Tribunale d'appello dell'Austria Interiore e Superiore con sede a Klagenfurt. Per il resto della popolazione non nobile, la giurisdizione venne esercitata dal magistrato civico di Gorizia, dalla pretura di Gradisca e dai vari giudizi signorili, che alla fine del secolo ricevettero una significativa diminuzione nel numero attraverso provvedimenti di concentrazione (1788 e 1792).


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