S. Michele di Leme (Istria)

Monasteri e Abbazie


L’abbazia di s. Michele di Leme, esisteva già dall’epoca tardo-antica come fondazione benedettina. Nei primissimi anni dopo il Mille, quando arrivò in Istria s. Romualdo, riformatore della vita monastica dei suoi tempi, ricevette nuova vita e una nuova regola. Il santo istituì infatti l’ordine camaldolese, in cui avrebbe ricomposto in unità quelle che apparivano come due divergenti orientamenti della vita spirituale: uno basato su una vita rigorosamente ascetica e solitaria, quella dell’eremita; l’altro fondato sulla vita comunitaria nel cenobio. E’ probabile che s. Romualdo avesse sperimentato questa soluzione durante il suo soggiorno istriano: viene ricordato infatti sia come rifondatore del monastero di s. Michele, sia come eremita, che aveva scelto come sua dimora la grotta sul canal di Leme oggi conosciuta con il suo nome.
Nel XIII secolo l’abbazia venne abbandonata dai camaldolesi ed ebbe varie vicissitudini. Attualmente il complesso è in rovina, ma se ne coglie ancora la complessità e la grandiosità. Due erano le chiese incluse nel comprensorio: una di epoca romanica, eretta dopo il Mille, e l’altra paleocristiana, del VI secolo, successivamente danneggiata e ricostruita nel IX secolo, presumibilmente all’epoca della fondazione dell’abbazia. All’interno del chiostro si può ancora vedere il simbolo dell’ordine e della spiritualità camaldolese: due colombe che si abbeverano dallo stesso calice.


Della stessa tematica