Le istituzioni scolastiche pubbliche nei territori asburgici tra Cinque e Ottocento

Età moderna


Durante l'Età moderna, l'istruzione era di fatto accessibile ai ceti che potevano permettersi di trasformarla in un investimento per una solida carriera e per svolgere un ruolo sociale di rilievo. Non differiva da tale impostazione la realtà educativa dei territori della Patria del Friuli posti sotto il dominio asburgico. A Gorizia e Gradisca le famiglie abbienti facevano educare i propri figli da maestri privati oppure li mandavano alle scuole di Udine e di Cividale, per poi farli proseguire negli studi presso le università di Padova e di Bologna. Risale al 1554 il decreto di Ferdinando I che prevedeva la nomina di precettori e pedagoghi sia nelle scuole pubbliche che private della città. Nel 1573 gli Stati Provinciali (assemblea dei rappresentati dei ceti nobiliari, ecclesiastici e delle comunità urbane e rurali) definirono un corso di studi locale, in particolare verso gli insegnamenti umanistici, per i quali vennero prescritte tre lingue: italiano, alemanno e latino; inoltre, per intraprendere gli studi giuridici, ristabilirono un pubblico lettore di leggi civili, guardando a Vienna come centro di alta formazione e perfezionamento. Nel Seicento si strutturò la prima scuola pubblica, così intesa perché gli Stati generali cominciarono a stipendiare un maestro di scuola. Contemporaneamente furono attive le scuole organizzate dai preti e dai religiosi, soprattutto con l’arrivo dei Gesuiti nel 1615, i quali aprirono il primo collegio, avviando un nuovo processo di formazione scolastica non solo per i futuri sacerdoti. Nel secolo successivo vennero attivati corsi per esercitare un mestiere: calzolai, sarti, muratori, tessitori, orologiai, fabbri, per un totale di undici qualifiche professionali, poterono accedere a sei scuole d'Arti e Mestieri sorte tra il 1740 e 1760. Al 1774 risalgono i provvedimenti dell'autorità centrale: con l'emanazione del Regolamento generale scolastico, l'imperatrice Maria Teresa riconobbe allo Stato il dovere di fornire l'istruzione popolare, stabilendo l’obbligo di frequenza per i ragazzi (maschi e femmine) dai 6 ai 12 anni. Vennero previste due tipologie di scuola: quelle definite “triviali” ossia popolari, da istituirsi nei villaggi e dipendenti dalle caposcuole dei centri minori e quelle “normali” per la formazione dei maestri per la lettura, la scrittura e il calcolo, da erigersi in ogni capoluogo di provincia. Il 6 ottobre 1774 venne costituita la Commissione scolastica per le unite Contee di Gorizia e Gradisca, con il compito di avviare le scuole elementari pubbliche e di fornire un'alternativa al ginnasio dei Gesuiti; il 1774 vide l'istituzione a Gorizia anche della scuola di chirurgia e di ostetricia. Dal 1775 al 1789 fu attiva la prima scuola elementare normale ebraica, che sostituì la formazione religiosa attiva nel ghetto goriziano fin dal 1715. A Trieste, con rescritto 8 ottobre 1781 Giuseppe II istituì una scuola normale ebraica in lingua tedesca. Dal 1780, in sostituzione ai Gesuiti, l'Ordine degli Scolopi assunse la direzione delle scuole normali e del ginnasio, mantenendola fino alla fine del secolo e nell'agosto del 1805 la nuova legge scolastica attribuì agli ordinariati vescovili la competenza sugli affari scolastici.

 


Della stessa tematica