Ragogna

Castelli


Posto su uno sperone del rilievo che sovrasta il Tagliamento e che controlla l’attraversamento del fiume, Ragogna fu uno dei luoghi fortificati (castra) in cui si rinserrarono i Longobardi nel 610 d.C., quando gli Avari invasero il territorio friulano. Doveva trattarsi quindi non solo di una piazzaforte tenuta da una guarnigione militare, ma di un abitato difeso, in grado di ospitare e offrire riparo ad un certo numero di persone. In effetti le indagini archeologiche hanno messo in luce resti di case, indice di un insediamento stabile e non solo temporaneo. Ciò è ulteriormente avvalorato dalla presenza della chiesa di S. Pietro, che risale alla fase della più antica organizzazione territoriale ecclesiastica. A rigore, dunque, Ragogna avrebbe dovuto essere inserito tra i castra e refugia, ma come si è visto anche in altri casi, la tipologia insediativa non è un dato univoco e immutabile nel tempo. Così l’evoluzione di Ragogna non fu quella di un villaggio fortificato, bensì di luogo di dominio di una stirpe nobile: nel XII secolo appartenne infatti agli Eppenstein - la famiglia dei duchi di Carinzia da cui uscì anche un patriarca di Aquileia – che nel 1218 lo cedettero ad un’altra stirpe loro conterranea, che assunse il predicativo “di Ragogna”. Il maniero venne rimodellato nelle forme di palazzo nobiliare fortificato, mentre la popolazione venne allontanata dal recinto castellano e andò a formare un borgo nei suoi pressi.


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