Villalta

Castelli


Il castello presenta un aspetto fiabesco e cortese, ma tale apparenza non è dovuto a un’originaria diversità di funzione, bensì alle trasformazioni che ebbe a subire dal tardo medioevo in poi. E’ probabile che in origine ci fosse un fortilizio in legno, protetto da palizzate, costruito su una motta (un rialzo artificiale), poi sostituito, nel XII secolo, da un castello in pietra. Nel 1216 è documentato un assalto da parte delle truppe di Ezzelino da Romano, al quale la struttura resistette validamente, ma nelle lotte politico-militari che si scatenarono nel secolo successivo l’esito non fu altrettanto felice: il castello infatti venne distrutto per ben tre volte nel corso del Trecento. L’opera di ricostruzione, avviata ogni volta con perseveranza, impegnò completamente le risorse economiche della famiglia, che alla fine fu costretta a cederne la proprietà ad un’altra casata: i della Torre. Altre vicissitudini intaccarono la struttura agli inizi del Cinquecento: nel 1511 il castello venne attaccato e devastato dai contadini nella rivolta chiamata “del giovedì grasso”; ulteriori rovine provocò poi il forte terremoto di quello stesso anno. Ciò che si vede attualmente è dunque frutto in gran parte della ricostruzione avvenuta non in epoca medievale, bensì moderna, quando le necessità militari avrebbero imposto tutt’altro tipo di struttura. Certo, vennero mantenute parte delle fondazioni precedenti, che contribuiscono a dare alla struttura l’andamento circolare tipico dei complessi castellani più antichi. Ma l’aspetto che si volle dare rimanda intenzionalmente al castello tipico dell’epoca medievale, ribadendo il potere della casata sui contadini che avevano voluto abbatterlo. E’ anche una scelta di campo politico, dichiarando apertamente lo schieramento della famiglia con il campo imperiale, contrapposto a quello pro Venezia.

 


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