Pietrapelosa

Castelli


Pietrapelosa, o Ravenstein - come era chiamato nella lingua tedesca adoperata da molti dei feudatari che lo tennero - domina la valle della Brazzana e controlla lo sbocco di quest’ultima nella valle del Quieto, valli entrambe assai importanti dal punto di vista agricolo e soprattutto da quello delle comunicazioni, sia per terra che per via d’acqua. Pietrapelosa è uno dei castelli di cui si hanno testimonianze assai antiche, che risalgono al X secolo. Ne erano signori i patriarchi di Aquileia, che lo infeudarono a stirpi del loro entourage.
Il complesso è ancor oggi molto scenografico, costruito su uno sperone roccioso che costituisce una difesa pressoché insuperabile. Sul lato che lo collega al monte – e che risulta il meno difeso – è stato costruito un mastio poligonale, privo di aperture nella parte inferiore. A questo venne poi addossata una costruzione di uso abitativo, anch’essa priva di aperture verso l’esterno nella parte bassa, a cui si accede solo tramite una porta d’ ingresso di dimensioni ridotte, ben presidiata. L’affianca la cappella di Santa Maria Maddalena risalente al XII secolo. La torre del mastio e le pareti del palazzo hanno conservato l'altezza originale, che era di tre o quattro piani.
Con la conquista del patriarcato di Aquileia da parte di Venezia, Pietrapelosa ricadde nei domini della Serenissima e del castello e del suo territorio venne infeudata la famiglia Gravisi, che lo tenne fino all’Ottocento. Il castello fu abitato in epoca medievale e moderna e si conservò quindi abbastanza bene; a decretarne la rovina non fu un fatto d’arme, bensì un incendio, sviluppatosi nel 1825.


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