Villaggi aperti di pianura

Villaggi


Nella pianura i villaggi avevano una funzione essenzialmente agricola. In genere erano agglomerati aperti, cioè non recintati da mura, e accentrati, vale a dire che non vi erano abitazioni isolate, sparse nelle campagne. Le case del villaggio non erano solo luoghi di abitazione, ma dei nuclei complessi, formati da edifici e spazi aperti necessari per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli (aie e cortili, granai, fienili, cantine, magazzini), oltre a stalle e altri annessi necessari per l’allevamento degli animali. La trama degli edifici era irregolare e molti erano gli spazi aperti – in genere coltivati ad orto o frutteto – anche all’interno del nucleo abitato.
La posizione dei villaggi rispetto territorio, la loro funzione e le strade di comunicazione influenzavano anche la forma. Le tipologie principali che si riscontrano sono:
Il villaggio ‘a stella’, sorto attorno ad un incrocio stradale, in cui i differenti assi viari hanno la stessa importanza. Un esempio tipico è Flambro, sorto nel punto d’incrocio tra le diverse strade che percorrono il territorio. Nello slargo centrale trovava posto anche o stagno per abbeverare il bestiame.
Il villaggio lineare, si sviluppa invece lungo un’importante via di comunicazione, come nel caso di Mariano. Le case vengono allineate lungo la strada, verso la quale presentano una fronte continua. Sul retro, che da’ verso la campagna, gli edifici rustici erano disposti ortogonalmente rispetto alle abitazioni, creando in tal modo una struttura a pettine.


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