La villa romana di Staranzano (Gorizia)

Ville romane


A Staranzano, vicino al Cimitero, un viottolo sterrato fra ville moderne conduce ai resti di una villa antica, nota come “villa della liberta Peticia”. La villa romana di Staranzano, come altre ville rustiche scavate nei dintorni (ad es. a San Canzian d’Isonzo e nel comprensorio del Lisert), sorse nell’ampio agro che in antico dipendeva, dal punto di vista amministrativo, dalla colonia di Aquileia, lungo la strada romana che da quest’ultima conduceva a Tergeste (Trieste). La villa, come spesso accade, fu scoperta casualmente nel 1955. Gli scavi che si sono avvicendati nel tempo hanno evidenziato solo la parte sud-orientale del fabbricato, che sarebbe stato costruito nella seconda metà del I secolo a.C., forse ancora in età repubblicana. La residenza poi, nei primi due secoli dell’età imperiale, sarebbe stata ristrutturata due volte. Attualmente della villa, che è recintata, sono visibili tre ambienti contigui che si affacciano su uno spazio aperto, forse un cortile. Degno di nota è il pavimento del terzo ambiente, oggi coperto da una tettoia, che rivela un raffinato mosaico in bianco e nero, con un decoro centrale a scacchiera, datato alla prima metà del I secolo d.C. Il primo ambiente nel corso dell’ultimo intervento di ristrutturazione fu diviso al suo interno in quattro piccoli vani e mutò fisionomia e funzione: da probabile sala da pranzo (triclinium) diventò una sala di culto (sacellum) tributato alla Bona Dea. Fonte primaria d’informazione per gli archeologi è una grossa lastra di pietra con iscrizione sacra, rinvenuta nel primo ambiente e purtroppo dispersa da tempo. Si tratta dello scioglimento di un voto fatto alla Bona Dea da parte di una liberta di nome Peticia, una donna un tempo schiava, poi liberata da un Lucio Peticio, individuo di probabile origine aquileiese, forse uno dei primi proprietari della villa. La cronologia dell’iscrizione, inquadrabile fra la fine del I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C., indica che il culto della dea salutifera inizia a essere praticato nella villa romana di Staranzano in epoca molto antica.


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