Portogruaro

Centri di fondazione


Con un atto del 10 gennaio 1140 (ma verisimilmente un po’ più tardo) il vescovo di Concordia Gervino concedeva ad alcuni uomini che trafficavano merci tra il Lemene e il mare (negotiatores et portulani) un ampio terreno sulla riva sinistra del fiume perché vi facessero un porto e costruissero case e magazzini. A tal scopo a costoro vennero assegnati dei lotti di terra posti tra il fiume Lemene e un fossato e qui vennero costruiti le abitazioni e gli edifici pubblici e privati che fecero di questo luogo una città.
L’antico impianto della cittadina è ancor oggi perfettamente riconoscibile in una mappa o in una foto aerea. Il cardine è rappresentato dal corso del fiume, rispetto al quale si allineano le due vie principali, disegnando un impianto modulato su tre assi: due viari e uno acquatico. La particolarità è costituita dal fatto che ciascuna casa ospitava al piano terra un magazzino che aveva un ingresso sulla strada e quello opposto sulla via d’acqua. In tal modo le merci che venivano scaricate dai carri potevano essere riposte nel magazzino, per venir imbarcate poi direttamente sui navigli che scendevano il fiume raggiungendo il mare oppure la via all’interno delle lagune che portava a Venezia. Ovviamente si poteva fare anche in senso inverso.
La rapida crescita riscontrabile nel corso del Duecento testimonia la vitalità dell’insediamento, che riproponeva quel ruolo di saldatura fra vie d’acqua e vie di terra, tra area transalpina e mediterranea che in epoca romana era stato svolto dalla vicina Concordia, poi distrutta e caduta in rovina.


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