Arsia

Centri di fondazione


Anche oggi appare chiaro come tutto il nucleo urbano sia frutto di un preciso progetto, ideato a tavolino e realizzato con rapidità. Negli anni 1935-36 le restrizioni all’importazione delle materie prime imposta dalla Società delle Nazioni come sanzione contro la conquista dell’Etiopia accentuarono l’esigenza di sfruttare i giacimenti di materie prime presenti nella penisola, anche se di scarsa qualità. Era il caso di alcune vene carbonifere situate nelle vicinanze di Albona. Per ospitare i minatori e le loro famiglie, si progettarono due nuovi insediamenti: Arsia e Pozzo Littorio (ora Podlabin). Il progetto venne preparato dallo studio dell’architetto triestino Pulitzer Finali e realizzato dalla società che gestiva la miniera (Azienda carboni italiani). Il nuovo insediamento venne inaugurato nel 1937, dopo appena un anno e mezzo dall’inizio dei lavori.
Arsia presenta un andamento allungato che segue la gola del torrente Carpano. Il quartiere operaio era formato da due serie di basse casette, allineate e affacciate sulle strade interne, ciascuna dotata di un piccolo e stretto appezzamento da adibire a orto o giardino. Su un ampio spazio erano raggruppati gli edifici che costituivano il cuore civile e religioso della comunità: il municipio, la chiesa, le poste, la banca, il dopolavoro, la Casa del Fascio, l’ospedale, le scuole e gli impianti sportivi; mentre più oltre stavano gli edificati che ospitavano la direzione e gli uffici dell’azienda. Colpisce il simbolismo della chiesa di s. Barbara, dalla forma di un carrello da miniera rovesciato, mentre il campanile che l’affianca ha per modello le lampade usate dai minatori.


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