Paesaggio istro-quarnerino

Paesaggi


Nella penisola istriana si individuano tre tipi di paesaggi, secondo una classificazione ormai classica. L’Istria bianca (settentrionale, montana), è la lunga fascia territoriale che come limite settentrionale ha la strada Trieste-Fiume/Rijeka, mentre a sud si estende fino alla direttrice che dalle foci del Risano raggiunge Moschiena/Mošćenice sul Quarnaro, comprendendo anche il ciglione che dall’altipiano di San Servolo/Socerb arriva a Pinguente/Buzet e Rozzo/Roč. L’Istria bianca prende il nome dai calcari cretacei che costituiscono l’altipiano di rocce chiare alto sul mare circa 500 m. Procedendo verso est, l’altipiano viene sostituito dalle catene montuose della Vena e dei Caldiera, il cui punto più alto è il Monte Maggiore/Učka con i suoi 1396 m. Nell’Istria bianca si distinguono le regioni della Cicceria/Ćićarija, (catena dello Sbeunica, monti della Vena), dove a vegetazione non è particolarmente ricca e le boscaglie sono rare, e della Liburnia (catena dei Caldiera fino alla parte costiera del Quarnaro). La particolarità di quest’area è costituita dalla vegetazione: dalla macchia mediterranea della costa, salendo s’incontrano pinete artificiali, querceti, castagneti, faggete e, sulla cima, il pino mugo, specie tipicamente alpestre, come  pure le stelle alpine.

L’Istria gialla è chiamata anche verde o grigia, colori che fanno riferimento al terreno marnoso-arenaceo prevalente in questa zona. È  compresa tra la linea meridionale dell’Istria bianca (la congiungente San Servolo-Pinguente-Moschiena) e la linea che passa da Umago/Umag), Pisino/Pazin) e Fianona/Plomin). È un’area collinare, modellata dall’erosione delle acque di superficie, dove la vegetazione è rigogliosa. La quota media del territorio è di circa 300 metri e i picchi non raggiungono i 500 metri. Lungo la costa si individuano i valloni di Muggia, Capodistria, Pirano.

L’Istria rossa comprende tutta la restante parte della penisola. Prende il nome dal terreno color rosso mattone (per la presenza di minerali ferrosi) che ricopre la sottostante roccia calcarea. Presenta pertanto diffusi fenomeni carsici, come la grotta di Grotta di Baredine/ Jama Baredine, mostrando in ciò una somiglianza con l’Istria bianca. L’elemento caratterizzante è però costituito dai tavolieri di Buie/Buje e Parenzo/Poreč sulla costa occidentale; Pola/Pula, all’estremità meridionale, e Albona/Labin, sulla costa orientale. L’area è incisa dai corsi del Quieto/Mirna, della Draga, del Canal di Leme/Limski kanal e dall’Arsa/Raša. Le condizioni climatiche favorevoli hanno permesso lo sviluppo turistico lungo la costa.

 

  • Le saline di Sicciòle / Sečovlje

La piccola località di Sicciole è nota per la presenza delle uniche saline ancora attive della costa istriana, all’interno del Golfo di Pirano, lungo il confine tra Slovenia e Croazia. Le saline rappresentano la parte marina della valle di Sicciole, dove sfocia la Dragogna; all’interno invece, la valle è caratterizzata dalla presenza di vigneti e frutteti. L’origine delle saline è da ricercarsi nell’apporto dei fanghi argillosi del Dragogna e la loro presenza è attestata da fonti antichissime.

 

  • Il Canale di Leme e la Draga / Limski kanal, Limska Draga

Il canale di Leme/Limski kanal è una sorta di fiordo della lunghezza di 12 km che dal litorale marino penetra profondamente nell’entroterra. Esso costituisce la parte finale della Draga, una valle d’erosione dovuta al carsismo, che raggiunge la lunghezza di 35 km e arriva fino a Pisino. La Draga è stata definita da Alberi “l’organismo morfologico più interessante nell’Istria ed anche il meno conosciuto”. La parte della Draga che continua il Canal di Leme, e mantiene lo stesso orientamento est-ovest, è denominata Limska Draga ed arriva fino alle rovine di Duecastelli/Dvigrad e alla località di Canfanaro/Kanfanar. Da qui la Draga cambia bruscamente orientamento e prosegue in direzione nord-sud fino alla località di Vermo/Beram; continua poi con lo stesso andamento nella Beramska Vala fino al paese di Cipri/Čipri, mentre un altro ramo, con orientamento est-ovest raggiunge la città di Pisino/Pazin. In lontani tempi geologici la Draga era percorsa dal torrente Foiba, che poi trovò un nuovo percorso; attualmente nessun corso d’acqua la percorre e il suo fondo è asciutto.

La parte della Draga coperta dal mare – il Canal di Leme – è frutto di una sommersione relativamente recente dal punto di vista geologico; solo in tempi storici – dall’epoca romana ad oggi – sulla costa istriana l’innalzamento del livello del mare è stato misurato in 1,5-2 m. Nel Canal di Leme la profondità del fondale è notevole e raggiunge anche i 30 m; la larghezza oscilla tra i 500 e i 700 metri. Le sponde sono alte (anche 100 m.) e ripide. A causa del diverso orientamento rispetto al sole, i due versanti sono coperti da una vegetazione assai differente: bassa macchia mediterranea sempreverde sulla sponda settentrionale, esposta a sud, e boscaglia di essenze a foglia caduca sulla sponda opposta rivolta a nord).


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