Zuglio (Udine)

Città


IULIUM CARNICUM (Età romana)

Il centro romano di Iulium Carnicum, odierna Zuglio in Carnia, trovò sede sul terrazzamento naturale dove il rio Bueda incontra il torrente Bût (affluente di sinistra del Tagliamento), nelle adiacenze del colle di S. Pietro che, sul pendio meridionale, ha rivelato tracce cospicue di un abitato preromano (VIII-IV ? secolo a.C.).
La posizione era ottimale: il luogo si trovava all’incrocio di numerosi percorsi naturali che lo mettevano in collegamento sia con le vallate alpine occidentali, sia con quelle settentrionali che conducevano al di là delle Alpi. La politica economica messa in atto dalla colonia di Aquileia (181 a.C.), che prevedeva tra l’altro l’intensificarsi dei già buoni rapporti commerciali con le regioni transalpine, portò fin dalla seconda metà del II secolo a.C. ad una embrionale forma di stanziamento nel sito destinato a divenire punto di passaggio privilegiato lungo la strada che, attraverso il passo di Monte Croce Carnico, portava nel Norico.
La valenza emporiale del primo insediamento romano è chiara: ne sono testimonianza i resti di probabili botteghe o magazzini, scavati nel livello sottostante il foro di età augustea. Questa precoce presenza romana nel territorio si evolse, nella seconda metà del I secolo a.C., nella forma istituzionale del vicus, piccolo centro provvisto di competenze amministrative limitate, appartenente, con ogni probabilità, al territorio di Aquileia.
L’istituzione delvicus, attestato sia in sede epigrafica che archeologica, va riferita a Gaio Giulio Cesare, presente a più riprese nella Cisalpina orientale durante il suo proconsolato (58-50 a.C.). È al proconsole che Iulium Carnicum deve l’epiteto Iulium.
Il vicus, come documentato dalle iscrizioni, era retto da una coppia di magistri di condizione giuridica libertina (ex schiavi affrancati) che davano il nome all’anno (eponimi). Esso rivela un assetto quasi urbano con un interessante sviluppo edilizio: le epigrafi ricordano il rifacimento o l’erezione di edifici sacri dedicati a Beleno ed Ercole, divinità tutelari, tra l’altro, anche dei commerci.
Gli spazi pubblici del vicus vennero poi riqualificati alla fine del I secolo a.C.: furono costruiti il Foro, il tempio principale verso il lato nord dello stesso, la basilica civile sul lato breve meridionale e un portico attorno alla piazza.
Tale slancio e rinnovamento urbanistico di età augustea va messo in relazione all’acquisizione dell’autonomia amministrativa da parte del centro alpino: Iulium Carnicum diventò un municipio o forse una colonia con un vasto territorio e i suoi abitanti furono iscritti alla tribù Claudia.
Il complesso del Foro conobbe ben presto una seconda fase, che è quella oggi visitabile: esso venne ristrutturato e ampliato già a partire dal I secolo d.C. 


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