Pola (Istria)

Città


Colonia Pietas Iulia (Età romana)

La colonia romana di Pola (oggi Pola-Pula, Repubblica di Croazia) fu dedotta sulla costa sud-occidentale della penisola istriana, in un sito collinare geograficamente strategico affacciato sul mare, già sede, in età protostorica, di un castelliere. Che gli autori antichi ricordino la città come una fondazione da parte dei Colchi che inseguivano Giasone e Medea, la dice lunga sui precoci ed antichissimi contatti fra l’Alto Adriatico e il Mediterraneo orientale. Plinio il Vecchio, nella nota descrizione dell’Istria, fa riferimento alla colonia di Pola, che ai suoi tempi si chiamava Pietas Iulia (colonia Pola, quae nunc Pietas Iulia). Non si possiedono dati risolutivi sulla cronologia di deduzione della colonia romana, che tuttavia sarebbe da collocare negli Anni Quaranta a.C., in età cesariana o triumvirale. Allo stato attuale della ricerca, la maggioranza degli studiosi propende per l’età cesariana e colloca la fondazione di Pietas Iulia Pola, per la distribuzione di terra ai veterani e per la difesa dalle minacce dei popoli illirici, attorno al 46 a.C. I cittadini furono iscritti alla tribù Velina. Alla colonia fu attribuito un ampio territorio (ager) esteso dal Canale di Leme (Limski Kanal) al fiume Arsia (Arsa-Raša). Un’iscrizione incisa su un blocco dell’arco di Porta Ercole ‒ la porta urbica più antica ‒ attesta i due magistrati fondatori (duoviri), personaggi di altissimo rango che appartenevano all’entourage di Gaio Giulio Cesare: si tratta di Lucio Cassio Longino, fratello del Cassio cesaricida, e Lucio Calpurnio Pisone, suocero del dittatore. Secondo una ricostruzione recente, l’epiteto Pietas Iulia potrebbe anche essere stato aggiunto nella denominazione della città in un secondo momento, forse in occasione di una rifondazione della colonia, da collocarsi presumibilmente o in epoca triumvirale (fra il 42 e il 41 a.C.) o in età proto-augustea (prima del 27 a.C.). A seguito dello spostamento ‒ in un momento compreso fra il 18 e il 12 a.C. ‒ del confine orientale d’Italia dal fiume Formio (secondo i più corrispondente al Risano-Rižana) al fiume Arsia, gran parte della penisola istriana, Pola compresa, fu inglobata nell’Italia romana, precisamente nella Regio X, il più orientale degli undici distretti in cui Augusto aveva diviso il territorio italico. Nel primo impero la colonia di Pola, consolidati i collegamenti via terra ‒ due tracciati viari la mettevano in comunicazione rispettivamente con Tergeste (via Flavia) e Tarsatica (Fiume-Rijeka)‒ e via mare, visse un periodo economicamente prospero. Ne sono testimonianza i resti delle numerose ville dislocate sulla costa e nell’agro, dotate di impianti per la produzione di vino e di olio, che venivano poi esportati. Notevoli sono a Pola le vestigia della città romana. Oltre al maestoso Anfiteatro o Arena, i due templi gemelli che si affacciavano sul Foro, di cui uno dedicato ad Augusto e Roma; l’Arco dei Sergii, in cui, come risulta dalle iscrizioni incise sull’attico, Salvia Postuma, ricca dama dell’aristocrazia locale, commemora gli uomini della famiglia del marito; alcuni tratti delle mura antiche; la Porta Ercole e la Porta Gemina; e il cosiddetto Piccolo Teatro.


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