Gorizia

Città


Il sito dove sorge Gorizia – un colle poco discosto dallo stretto sbocco della valle dell’Isonzo in pianura e non lontano dalla confluenza del Vipacco nell’Isonzo – non ospitò alcun insediamento in epoca romana. In quell’epoca perno di tutta l’area era il ponte che attraversava il fiume alla Mainizza (Pons Sontii), dove si incanalava il traffico tra Italia e terre ad oriente di essa e dove si trovava un’importante mansio.  

La prima menzione di un abitato, nelle forme di un villaggio rurale, risale solo al 1001, quando l’imperatore Ottone III concesse al patriarca di Aquileia Giovanni “la metà di una villa (cioè dei proventi che se ne ricavavano) che nella lingua degli Slavi viene chiamato Goriza” (termine che significa colle, montagnola). In quest’epoca il centro principale della zona era Salcano, dove si trovavano un castello – menzionato nel documento – e la pieve; qui inoltre una necropoli militare longobarda attesta l’importanza strategica di quel sito, posto allo sbocco della stretta dell’Isonzo. Il decollo di Gorizia avvenne a partire dal XII secolo, quando prese possesso del territorio una stirpe carinziana, che qui si insediò e prese l’appellativo di “conti di Gorizia”. A questo radicamento possiamo ricondurre lo spostamento dell’insediamento agricolo ai piedi del colle e la nascita sulla cima di quest’ultimo di un primo complesso castellano, con l’edificazione di un mastio e di una cappella castrale; con il passare del tempo si aggiunsero il palazzo signorile, torri ed edifici di servizio. La zona di insediamento signorile era circondata da un cerchio di mura, oltre il quale si era sviluppato un borgo, dove vivevano le persone al servizio dei conti e dove si erano sviluppate attività commerciali e artigianali. Castello, borgo e villaggio rurale rimasero entità separate giuridicamente e fisicamente – da mura e recinzioni – per un periodo assai lungo, fino al Quattro-Cinquecento. La suddivisione rispondeva anche ad una diversa funzionalità: di dominio politico e direzione amministrativa nel complesso castrense sulla cima; di natura economica e residenziale nel borgo; di produzione agricola nella piana. Le funzioni del borgo vennero potenziate con la precoce concessione, nel 1210, del mercato settimanale e un secolo più tardi, nel 1307, delle prerogative comunali, che vennero estese al villaggio solo nel 1445.

Le fortune della casata comitale influenzarono fortemente anche gli sviluppi successivi. Nel Quattrocento il castello perse sempre più d’importanza, con la lontananza del suo ultimo esponente, il conte Leonardo - che preferiva risiedere a Lienz - e l’estinzione della casata allo spirare del secolo. Passata agli Asburgo per patto dinastico, Gorizia, da centro di dominio, si trovò ad essere una provincia periferica di un enorme complesso territoriale, situazione che favorì la crescita d’importanza della nobiltà locale. L’area castrense, isolata sull’alto del colle, perse del tutto la sua funzione di centro direzionale, soprattutto dopo che gli Stati Provinciali, che lì si riunivano, trasferirono la loro sede in un palazzo ai piedi del colle (1542). Fu infatti questa la zona che, nei secoli dell’età moderna, ebbe il massimo sviluppo: perdute le caratteristiche di villaggio rurale, si trasformò in senso propriamente urbano. Qui infatti vennero eretti i palazzi destinati alle principali magistrature e le dimore nobiliari, oltre a case d’abitazione e botteghe; qui si aprirono ampie piazze e strade di transito e commercio.


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